È capace di tradurre la complessità dei sentimenti e delle contraddizioni della vita nella ricchezza di una trama sensibile che non ha paura di mettersi a nudo. La fragilità sa dell’attraversamento, della voce di fili acuti, sottili, di pieghe aperte e chiuse, di ordine e groviglio, di trasparenze e di opacità e si scioglie nonostante i tagli anche nel dialogo equilibrato tra carta e tessuto.
Da ‘Sulla Soglia’ di Laura Anfuso
Nei lavori di Fiber art utilizzo spesso la tarlatana, un tessuto impiegato per pulire l’inchiostro in eccesso dalle matrici calcografiche. Ha una trama più o meno fitta, può essere rigida oppure morbida, si presta ad essere stampata, ad essere sfilacciata togliendo i fili dell’ordito, si possono creare aperture che assomigliano a lacerazioni e ritessuta con fili di altri colori.
Si può sovrapporre ad altri tessuti, anche al cartoncino, creando in questo modo velature sempre diverse. Se stampata con la tecnica della linoleografia si possono utilizzare gli spazi bianchi per disegnare con il filo ottenendo il collegamento con il segno della sgorbia.
Sfilare, tessere, cucire e ricucire, sovrapporre, stampare, annodare fili, strappare, inserire altri tessuti e materiali è tutto quello che faccio creando libri d’artista o lavori da parete.
Il seguente commento lasciatomi da una visitatrice della mostra ‘Superficie o profondità’ credo possa spiegare al meglio il mio lavoro “La delicatezza del racconto, le sovrapposizioni leggere di materiali fragili, gli strappi, le ferite, ma anche le incisioni, create con un’intenzionale forza “fisica”, visibili solo perché la luce ne sveli le ombre, ti riportano verso Itaca. Le opere della Cumer, hanno la potenza di rammemorare emozioni addormentate nell’angolino dell’anima e ricordare la meta del proprio viaggio, con lo zaino in spalla dove sono le tue esperienze, le tue ferite, la tua vita.”