Realizzare libri in forme e con materiali diversi mi permette di esprimere al meglio il mio sentire, di “giocare” con il tatto, la vista, aprire e chiudere mondi diversi.
Mondi interiori, più o meno nascosti, dove l’ordine si contrappone al disordine, il ricordo si mescola con il presente.
Pensieri che lasciano sulla carta segni più o meno evidenti, anche se magari possono essere celati da velature di colore o di garze sottili.
Parto da un’idea e la sviluppo utilizzando tutte le tecniche di mia conoscenza: incido, taglio, cucio, piego, strappo, incollo, dipingo, foro, stampo, entro negli ambiti più segreti del libro, sagomo le pagine in dimensioni e fogge diverse, le unisco fra loro con un filo che in alcuni casi imita il disegno della grafite. Combino cartoncini di differenti spessori con tessuti di trame e consistenze diverse, utilizzo pagine di vecchi libri.
Sperimento continuamente, ricerco nuovi modi per rappresentare il mio stato d’animo ed i miei pensieri. Gioco con i colori e le forme, sia stampate che ritagliate nelle stesse pagine. Cerco di raccontarmi e raccontare come vedo ciò che mi circonda, spazio fra rappresentazioni colorate ed atmosfere grigie e soffocanti.
Ecco cos’è per me il libro, un’espressione artistica che lascia un grande spazio alla creatività ed alla sperimentazione.
La “dimensione fisica supera la superficie dei normali supporti”: la possibilità di toccarlo, girarlo e rigirarlo, aprirlo e chiuderlo, “leggerlo” da una parte e poi dalla parte opposta, come entrare nell’oggetto stesso. Si va a sommare la percezione tattile con quella visiva. Il libro diventa scultura di carta e questa diviene libro. Ritengo fondamentale che il libro debba trasmettere emozioni, non è importante se positive o negative, ma che depositino una traccia nella memoria.